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Edoardo disegnatore tessile in met

Intervista ad Edoardo, giovane disegnatore tessile in MET

Intraprendente e motivato, Edoardo fa parte della famiglia MET dal 2019 e da allora si occupa, insieme al team di cui fa parte, della progettazione grafica delle etichette tessute. Non solo, è anche stato protagonista di un progetto interessante che lo ha coinvolto direttamente nella realizzazione di uno stand a tema fumetto.

Ciao Edoardo, che tipo di percorso formativo hai svolto prima di arrivare in MET?

Ho frequentato il liceo artistico G. Q. Sella di Biella, mi sono diplomato e successivamente ho scelto la Scuola Internazionale di Comics di Torino, un’Accademia conosciuta in tutta Italia per la formazione nelle arti visive, grafiche, digitali, musicali e letterarie. Io ho seguito il corso specializzante in fumetto e illustrazione che prevedeva un percorso triennale.

C’è un collegamento tra gli studi che hai fatto e il tuo ruolo attuale in azienda?

I due mondi potrebbero sembrare distanti, ma in realtà sono più vicini di quanto si possa immaginare. Durante gli anni in Accademia ho potuto approfondire sia la parte di disegno fumettistico sia la progettazione a livello grafico: quest’ultima in particolare, è stata di fondamentale importanza per darmi delle solide basi su questo campo e metterle poi in pratica nel lavoro che svolgo quotidianamente.

Esattamente di cosa ti occupi?

Dopo aver approfondito ampiamente il disegno tessile ed essermi occupato delle varie fasi della progettazione, attualmente supporto Gilberto – co-titolare dell’azienda biellese insieme al fratello Giancarlo – nella gestione delle produzioni. Nello specifico, insieme a lui definisco come caricare gli impianti tessili delle etichette tessute a telaio, dando le indicazioni tecniche al reparto tessitura. Ovviamente sono di supporto anche in fase di produzione qualora si verificassero degli imprevisti.

Congiuntamente a questo, insieme a Sophie, che in MET svolge il ruolo di disegnatrice grafica, gestisco uno specifico software che abbiamo introdotto di recente e che è stato realizzato ad hoc per le nostre necessità. È utile per tenere traccia del consumo di filo che abbiamo a disposizione e delle rimanenze a magazzino. Grazie a questa tecnologia siamo in grado di ottimizzare i tempi di produzione e di consegna, nonché di migliorare il controllo del magazzino in maniera quasi del tutto automatizzata.

Da quante persone è composto il team di cui fai parte?

Oltre a me ci sono Gilberto, Sophie, Veronica ed Elena. Ognuno ha dei ruoli ben definiti, ma su alcuni lavori siamo intercambiabili e quindi ci supportiamo costantemente.
Nel mio caso collaboro anche con Sabrina, che lavora in tessitura e si occupa anche del magazzino filati, e con Cristina dell’ufficio commerciale per darle supporto quando fa da intermediario tra noi e il cliente.

Inizialmente ci hai raccontato del tuo percorso formativo dove traspare la tua conoscenza approfondita dei fumetti. In MET hai avuto modo di mettere in pratica questa passione?

Sì, ed è stato molto emozionante: per la prima volta ho visto realizzare “in grande” un mio progetto. Mi spiego meglio. In occasione di un’edizione recente di Milano Unica, Giancarlo e Gilberto hanno deciso di affidarmi la realizzazione grafica dello stand della fiera, scegliendo come tema proprio il fumetto.
Ho quindi pensato di scrivere una serie di storie che si potessero rappresentare graficamente sui pannelli e che facessero da supporto all’immagine dell’azienda. Tra le bozze presentate si è scelta una sorta di parodia di Indiana Jones, con testi leggeri e ironici in pieno stile fumettistico.
Con il supporto di Veronica abbiamo studiato come collocare e valorizzare ciascuna parte della storia, tenendo conto anche delle dimensioni e degli spazi in fiera.

Sicuramente è stato un progetto diverso dal solito e per me ha rappresentato una sfida importante con cui mettermi in gioco. Sono anche stato molto contento che il progetto sia approdato a Première Vision lo stesso anno con la traduzione del fumetto in lingua francese.

Guardando metaforicamente indietro di qualche anno ed immedesimandoti nel “te” del 2019, cosa consiglieresti ad un/una giovane che vuole intraprendere questo percorso lavorativo?

Penso di essere molto fortunato e di aver avuto una grande opportunità. Quindi ecco, magari bisogna cercarla questa opportunità o avere la mia stessa fortuna, in entrambi i casi è poi importante impegnarsi e dare il massimo costantemente.
C’è anche da dire che il mio percorso è stato abbastanza atipico quindi non mi sento di dare consigli su una determinata preparazione, però credo che alla base di tutto ci debbano essere passione e dedizione.