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Massimo responsabile reparto tessitura in MET

Intervista a Massimo, responsabile del reparto tessitura in MET

Coordinatore del cuore del processo produttivo, Massimo si occupa di gestire e organizzare il reparto tessitura. Collabora con diverse figure in azienda, alcune delle quali stanno apprendendo dai suoi 40 anni di stimata esperienza.

Sono contento di essere rimasto una vita in MET, il prossimo anno andrò in pensione e sono dispiaciuto: si chiuderà un capitolo importante della mia vita”. Queste sono le prime parole di Massimo, una della figure storiche dell’azienda, nella grande famiglia MET da più di 40 anni.

Ciao Massimo, ci racconti qual è stato il tuo percorso prima di arrivare in MET?

Terminati gli studi e conseguito il diploma in perito tessile, non pensavo che avrei lavorato in questo ambito, anche se nel biellese era piuttosto gettonato. Ho fatto diversi lavori, dal postino al camionista, alla ricerca di quello che mi si addiceva di più.
Poi, un po’ per casualità, sono venuto a sapere che Manifattura Etichette Tessute stava cercando un perito tessile: già al colloquio ho avuto una bella sensazione e da allora, era il 1982, non sono più andato via!

Di cosa ti sei occupato nei primi anni in azienda?

Sono stato inserito fin da subito in tessitura, quel processo in cui l’etichetta prende vita.
La preparazione scolastica mi aveva dato delle basi teoriche importanti, ma a livello pratico dovevo imparare molto: ho avuto la possibilità di farlo direttamente sul campo, soprattutto per la parte meccanica ed elettrotecnica.
Fortunatamente sono sempre stato supportato da un team qualificato, primo fra tutti il signor Edoardo, il fondatore della MET, che mi ha dato l’opportunità di apprendere e crescere professionalmente.

Oggi, qual è il tuo ruolo?

Grazie all’esperienza pregressa e alla fiducia dei titolari, oggi sono responsabile della tessitura, la “fase di mezzo” del processo produttivo. Dopo aver ricevuto i dati tecnici dal reparto grafico – di cui fa parte anche Sophie, la nostra disegnatrice grafica – prepariamo l’impianto per la messa a telaio per poi procedere con la tessitura dell’etichetta.

Le mie mansioni, oltre al coordinamento del reparto, prevedono anche la risoluzione di problemi che possono insorgere durante la tessitura delle etichette, il supporto alle tessitrici, la manutenzione e pulizia dei telai.

Che tipo di telai utilizzate?

Il parco macchine in MET è molto variegato: lavoriamo principalmente con telai jacquard ad aria e a pinza, che ci garantiscono la realizzazione di etichette tessute con disegni grafici molto complessi. Ci sono poi telai ad ago con cimossa, solitamente utilizzati per tessere etichette dallo stile retrò.

Se penso a quando ho iniziato, sono cambiate molte cose: inizialmente i telai erano principalmente meccanici, poi la tecnologia si è evoluta, le dimensioni dell’azienda sono cresciute e sono stati introdotti nuovi macchinari sempre più avanzati a livello tecnologico che, inevitabilmente, hanno richiesto competenze elettrotecniche. Anche grazie a questo, ho continuato ad imparare e ad accrescere le mie competenze.

In tutti questi anni hai assistito al cambio generazionale della famiglia Zanola: com’è stato?

Mi sono sempre sentito apprezzato e accolto in MET, dai primi anni in cui c’era il signor Edoardo, poi con i figli Gilberto e Giancarlo e oggi con l’ingresso della terza generazione. Devo molto alla famiglia Zanola: negli anni mi sono sempre venuti incontro, hanno ascoltato le mie esigenze e mi hanno dato fiducia.
Credo inoltre che siano riusciti a creare un ambiente piacevole e sano in cui c’è comunicazione e collaborazione, due fattori che ritengo fondamentali per il lavoro di tutti.

A proposito di collaborazione, con quante persone lavori in reparto?

In tutto siamo 18, tra tessitori e assistenti, suddivisi in tre turni: mattino, pomeriggio, giornata.

Cosa ti piace di più e cosa di meno del tuo lavoro?

Mi piace letteralmente tutto! È un lavoro che trasmette stimoli sempre nuovi, in cui non ci si annoia mai e dove ho la fortuna di avere a che fare con persone che hanno una forte propensione per il lavoro e l’ascolto.
Se proprio devo trovare qualcosa che cambierei è il rumore, fattore inevitabile in un reparto di tessitura, però indossando i tappi auricolari il problema si risolve.

Cosa consiglieresti ad un/una giovane che vuole intraprendere questo percorso lavorativo?

Al giorno d’oggi credo sia più difficile entrare nel mondo del lavoro, non sono più gli anni d’oro del boom economico. Penso però che se un giovane ha voglia di impegnarsi ed imparare, e ha la fortuna di trovare un’azienda che crede nei propri dipendenti, possa comunque fare un bel percorso.

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